Evento finale del progetto RIGENERA

Evento finale del progetto RIGENERA
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Evento finale del progetto RIGENERA

Lunedì 23 giugno, presso la Sala Conferenze di UnitelmaSapienza, si è tenuto l’evento conclusivo del progetto di Terza Missione RIGENERA, finanziato con fondi dipartimentali e coordinato dal Prof. Piergiuseppe Morone.

Il progetto RIGENERA nasce per attivare percorsi educativi, formativi e di connessione sociale rivolti a giovani sottoposti a misure restrittive della libertà personale, ospiti presso la Comunità Ministeriale del Centro di Giustizia Minorile di Catanzaro. Nello specifico, RIGENERA ha visto il coinvolgimento di sette ragazzi della Comunità in un progetto che mira alla riduzione prima, ed alla valorizzazione poi, dei rifiuti alimentari. I ragazzi sono stati accompagnati in un percorso di apprendimento delle tecniche per ridurre al minimo gli sprechi del cibo da loro acquistato e cucinato, e per trasformare in compost, attraverso un piccolo impianto di compostaggio, quella porzione di spreco alimentare che non può essere eliminata. In una logica di ‘from fork to fork’ (dalla tavola alla tavola), il compost prodotto è stato poi utilizzato per fertilizzare l’orto dei ragazzi, che ha così restituito verdure fresche per la mensa della Comunità.

Come evidenziato dal Rettore, prof. Bruno Botta, “il progetto RIGENERA è espressione di un fondamentale impegno per la sostenibilità, che da anni è una delle missioni di UnitelmaSapienza, perseguita attraverso le attività di studio e ricerca nel nostro Ateneo. Il progetto RIGENERA dimostra come reimpiegare e valorizzare un prodotto e comprenderne l’intero ciclo di vita consenta di acquisire una visione più profonda della vita stessa”.

La mattinata di lavori, si è aperta con i saluti istituzionali a cura del Magnifico Rettore di UnitelmaSapienza, prof. Bruno Botta; del Prorettore alla Terza Missione di UnitelmaSapienza, prof. Valerio Maio e del Prof. Stefano Anastasia, docente di Filosofia del Diritto presso UnitelmaSapienza e Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale per la Regione Lazio.

In seguito, è stato firmato dal Rettore prof. Bruno Botta e dal Presidente Antonio Sangermano, Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, un Protocollo d’Intesa tra UnitelmaSapienza e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia. L’obiettivo del Protocollo è offrire, ogni anno, la possibilità di studiare presso UnitelmaSapienza a due ragazzi sottoposti a misure restrittive della libertà personale, tramite l’erogazione di due borse di studio della durata di tre anni (più due eventuali anni di fuoricorso).

Come ha affermato il Rettore prof. Botta “L’Università ha il dovere morale di offrire opportunità. Deve inoltre garantire a chiunque la possibilità di accedere a una formazione culturale e professionale, poiché la cultura è ciò che ci rende liberi e consapevoli delle nostre azioni. Le istituzioni hanno la responsabilità di contrastare ogni forma di discriminazione, rendendo il sapere realmente accessibile a tutti. Questo Protocollo rappresenta per noi un impegno concreto, nato con l’obiettivo di avvicinare i giovani all’Università e formarli come cittadini più consapevoli. In questo, trovare la sinergia tra le istituzioni è essenziale per costruire processi sostenibili e promuovere una crescita sociale autentica. Il Protocollo d’Intesa si basa su un principio di solidarietà, offrendo a chiunque, anche a chi è in una condizione di svantaggio, l’opportunità di riemergere e di guardare al futuro con maggior fiducia e speranza”.

Come ha sottolineato il Presidente Sangermano, “la finalità del Protocollo è incoraggiare i giovani adulti tra i 18 e i 25 anni, che abbiano completato con successo gli studi secondari, a investire nel proprio futuro, incoraggiarli a studiare, crescere e laurearsi ricevendo una formazione universitaria di alto livello.

È la prima volta che il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia sigla un protocollo che mira a promuovere l’equità sociale, l’inclusione e il diritto allo studio dei ragazzi. Il sapere è fondamentale per la crescita personale di ognuno, tanto più per chi, per vicende personali variegate, non ha avuto condizioni favorevoli alla partenza. Dobbiamo colmare questo divario e UnitelmaSapienza si mostra attenta a voler recuperare il gap sociale. Da parte del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità ci sarà sempre un impegno costante per accompagnare questi giovani nel cammino di conoscenza, con spirito genitoriale. Un impegno stimolante, che offre la prospettiva di crescere, di comprendere e soprattutto di sapere. Perché il sapere è la base dell’umanizzazione di sé. Sapere significa accettare l’alterità e scoprire le verità profonde dell’uomo attraverso la cultura.

Una fondamentale verità del diritto minorile – e del diritto umano – è che ogni essere umano non è mai incapsulato nell’errore che si presume abbia commesso, ma è qualcosa di molto più grande del proprio errore. Questo non significa cancellare la colpa, né sconfinare nel giustificazionismo o nel relativismo: significa riconoscere la responsabilità, ma offrire a quella persona gli strumenti per andare oltre l’errore.

Invito i ragazzi a riscoprire il valore primario della vita, la bellezza che la vita ci offre – a partire dalla natura e dalla cultura. Un uomo a cui è tolto il respiro, un uomo senza prospettiva, è una persona doppiamente pericolosa: per sé stesso e per gli altri. Abbiamo il dovere morale di offrire a questi ragazzi una speranza, una prospettiva esistenziale di resipiscenza.  È attraverso un percorso non imposto, ma condiviso, che si possono interiorizzare i valori democratici e costituzionali e giungere alla consapevolezza dell’errore commesso. 

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